Presidenza di John Tyler

Presidenza John Tyler
Ritratto del presidente Tyler.
StatoStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
Capo del governoJohn Tyler
(Partito Whig-Indipendente)
Giuramento4 aprile 1841
Governo successivo4 marzo 1845

La presidenza di John Tyler ebbe inizio il 4 aprile 1841, in seguito alla morte del presidente in carica William Henry Harrison, e terminò il 4 marzo 1845. Tyler, vicepresidente per soli 31 giorni, fu il primo a diventare presidente senza essere eletto. La Costituzione degli Stati Uniti era interpretata in modi diversi, riguardo ai poteri del vicepresidente in caso di successione al presidente eletto. Per prevenire l'incertezza costituzionale Tyler prestò giuramento già il 6 aprile, si trasferì alla Casa Bianca e assunse tutti i poteri presidenziali, un precedente che avrebbe regolato le seguenti successioni straordinarie per poi essere alla fine codificato ufficialmente nel XXV emendamento del 1967 durante la presidenza di Lyndon B. Johnson.

All'età di cinquantuno anni Tyler era il presidente più giovane fino a quel momento. Ex Democratico, era stato candidato alla vicepresidenza per il Partito Whig, ma Tyler si distaccò da esso su diverse questioni assai rilevanti; osservatore rigoroso della lettera della Costituzione, ritenne incostituzionali molte proposte dei Whig e pose il veto a molte leggi appoggiate da Henry Clay, la personalità principale del Partito. La maggior parte dei suoi ministri reagì dimettendosi e i Whig, indignati per la situazione venutasi a creare, lo espulsero. Il Congresso e il presidente si ritrovarono così in conflitto. Una risoluzione che chiedeva il suo impeachment fu presentata alla Camera dei rappresentanti, anche se fu sconfitta. Fu il primo presidente che vide un suo veto annullato dal Congresso.

Tyler ebbe più successo negli affari internazionali e la sua presidenza ottenne due notevoli vittorie in politica estera: il trattato Webster-Ashburton con l'impero britannico e il trattato di Wanghia con la Cina della dinastia Qing. Estese anche i principi della dottrina Monroe alle Hawaii e iniziò il processo che avrebbe portato alla loro annessione.

Durante i suoi ultimi due anni in carica il presidente insistette per procedere all'annessione della Repubblica del Texas come Stato schiavista, introducendo il problema della schiavitù e dell'annessione nelle successive elezioni presidenziali del 1844, che furono vinte dal Democratico James Knox Polk. Il 1º marzo 1845, tre giorni prima di consegnare la presidenza al presidente eletto, Tyler firmò un disegno di legge per favorire l'annessione texana: il Texas fu quindi ammesso come Stato nel primo anno della presidenza di James Knox Polk.

La presidenza di Tyler è stata giudicata in modo divergente dai principali storici e politologi. Sebbene alcuni abbiano elogiato la sua determinazione politica, la sua presidenza viene generalmente valutata nella classifica storica dei presidenti degli Stati Uniti d'America a livelli bassi. Lo scrittore Edward P. Crapol ha iniziato la sua biografia John Tyler, the Accidental President (2006) notando: "altri biografi e storici hanno sostenuto che John Tyler era un dirigente sfortunato e inetto la cui presidenza aveva seri difetti"[1].

La firma autografa del presidente Tyler.

In The Republican Vision of John Tyler (2003), Dan Monroe ha osservato che la presidenza di Tyler "è generalmente classificata come una delle meno riuscite"[2]. In un sondaggio di 91 storici e politologi, condotto da C-SPAN nel 2017, ha classificato Tyler tra i presidenti meno efficaci di tutti i tempi. Dei 43 ex presidenti (incluso il presidente uscente Barack Obama) si è piazzato al 39º posto, sotto la presidenza di William Henry Harrison e sopra la presidenza di Warren G. Harding[3].

  1. ^ Crapol,  pp. 2–3.
  2. ^ Monroe,  p. 3.
  3. ^ Historians Survey Results: John Tyler, su c-span.org, collana Presidential Historians Survey 2017, National Cable Satellite Corporation, 2017. URL consultato il 28 marzo 2017.

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